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domenica 13 dicembre 2015

Costruire un mobiletto per il bagno

Sul post Come costruirsi da soli un mobile su misura senza attrezzi abbiamo visto alcuni degli strumenti a nostra disposizione per costruirci da soli un mobile senza bisogno di avere grossi attrezzi.
Adesso vedremo nel dettaglio un caso concreto di realizzazione di un mobiletto per il bagno. Il mobile è stato costruito partendo da pannelli grezzi di Multistrato Compensato Marino Okume acquistati e tagliati su misura su EBAY dall'ottimo venditore VELA. Il compensato in questione è molto rifinito nell'aspetto, il materiale è molto adatto per resistere all'umidità del bagno.
Anche in questo caso il fai da te è stato condizionato dal fatto che non siamo riusciti a trovare una soluzione economica su misura all'esigenza di spazio che avevamo in bagno, ed il risultato è stato molto soddisfacente.
Ho proceduto nel consueto modo:
1) ho fatto una foto dello spazio dove volevo inserire il mobile, l'ho riportata su power point ed ho disegnato sopra varie ipotesi di mobili e colori
2) ho progettato nel dettaglio il mobile che volevo realizzare
3) ho ordinato i pannelli già tagliati
4) li ho assemblati con squadrette (in questo caso ho utilizzato anche del vinavil di rinforzo sulle giunzioni)
5) stuccato e scartavetrato addolcendo gli angoli e gli spigoli
6) verniciato il tutto (smalto ad acqua dato con pennello - è possibile usare anche la bomboletta spray)
7) montato le slitte e le ante scorrevoli
8) montato i coprislitta e stuccato e verniciato le rifiniture delle stesse
9) montato le maniglie

Per le gambe del mobile ho utilizzato un palo squadrato di legno che già avevo.
Le maniglie e le slitte le ho trovate in una ferramenta di zona, non senza aver dovuto girare un poco.

Il dettaglio della progettazione


La distinta di taglio
Alcune foto della realizzazione




I pannelli sono molto rifiniti ed i tagli precisi e senza sbavi, quindi la stuccatura e la scartavetratura è stata minima. E' però importante prima della verniciatura stuccare tutte le superfici per garantire un effetto liscio della vernice. Data la qualità del pannello si può usare una spugna umida con cui applicare lo stucco (la stuccatura da applicare è minima e principalmente per ridurre la porosità del legno), utilizzando la spatoletta solo per i piccoli difetti. I due tasselli orizzontali a copertura delle slitte li ho potuti montare solo dopo aver montato le slitte con le ante, quindi li ho dovuti rifinire (stuccare e verniciare) solo alla fine.
Le ante vanno montate insieme alle slitte:
1) fissare le due slitte inferiori
2) inserire l'anta più interna con la sua slitta superiore; fissare la slitta superiore prima da un lato, e poi dopo aver fatto scorrere l'anta dall'altro
3) inserire l'anta esterna con la sua slitta superiore e fissarla come sopra descritto.
4) solo a questo punto montare i coprislitta, verniciarli e stuccarli.

I pannelli sono sottili ma abbastanza resistenti. Tuttavia per aumentare la rigidità del mobile ho fissato a croce un ripiano interno orizzontale con due verticali centrali, che definiscono così quattro vani.
Ho evitato di verniciare le ante scorrevoli nei punti dentro la slitta (mettere del nastro carta adesivo sulla parte che non si vuole verniciare), passandole invece con la cera di una candela a verniciatura conclusa. Le slitte sono in alluminio, ed ho dovuto svasare i buchi con una punta da trapano più larga per evitare che la testa delle viti di fissaggio sbattesse sullo scorrimento dell'anta.
Nello stesso foglio della distinta di taglio ho previsto anche altri pannelli (che non ho riportato) che sono stati utilizzati per la realizzazione di un altro mobile (ma questo è un altro post...).





Un cane in famiglia: cosa aspettarsi

Più di una volta mi è capitato passeggiando per strada od in un parco col mio fedele amico di venire fermato per strada da estranei interessati a prendersi un cane che mi chiedevano cosa aspettarsi.
Nella maggior parte dei casi, così come è successo a me tanto tempo fa, l’adozione di un cane è un’esperienza che si intraprende del tutto impreparati, trascinati il più delle volte dalle spinte emotive dell’evento.
Cosa aspettarsi da un cane è difficile da dire, i cani, come le persone, hanno una molteplicità di caratteri e peculiarità che li rendono diversi uno dagli altri. Sul nostro amico a quattro zampe girano un insieme di luoghi comuni, spesso coadiuvati da film e telefilm, proverbi e massime popolari che tendono a creare molte false aspettative da parte dei candidati “genitori”. Proverò a fornire una breve ma generica panoramica sull'argomento ed alcuni consigli per effettuare le scelte al meglio delle proprie necessità. Il presente post non ha nessuna ambizione di valenza scientifica, quindi esperti del settore evitate di disdegnarvi, sono solo consigli da chi ha vissuto l’esperienza in prima persona.

Chi ci stiamo per mettere in casa?

Come primo punto, il cane è un animale, e per la precisione è un predatore ottenuto da una lunga selezione dal lupo. Potrà essere più piccolo, più grande, con forme buffe, ma nel suo intimo è a tutti gli effetti un lupo, uno dei più feroci predatori (dopo l’uomo...). Sappiate quindi che vi state mettendo in casa un lupo e che per comunicare con lui dovrete usare il codice del lupo! Il codice del lupo è un linguaggio le cui parole chiave sono il branco, la gerarchia e le regole del branco. È fondamentale che tutti quelli che hanno a che fare quotidianamente con l’animale conoscano la base di queste regole e che sappiano riconoscere eventuali segnali di allarme. Scordatevi Rex, Lessie e Scooby Doo! Quindi se volete adottare un cane dovrete studiare, ed avrà degli impatti significativi sulla vostra vita.

Quali fattori considerare nella scelta di un cane?

  • Perché volete un cane? Compagnia, esibizionismo, difesa personale, socializzare con altri proprietari, capriccio di un bambino, moda, guardia? Sui cani da guardia e da difesa non ho molto da dire, però sicuramente sono termini che mal si accompagnano al concetto di cane da compagnia; questi sono cani che normalmente vengono scelti tra razze specifiche e che subiscono un addestramento particolare per renderli reattivi a determinate situazioni, come lo sconfinamento nella loro proprietà, l’avvicinarsi al proprietario in modo brusco, ecc. Cani addestrati in questo modo andranno poi gestiti sempre con la massima attenzione e difficilmente potranno essere lasciati a giocare in giardino col nipotino (la maggior parte degli incidenti che si sentono in TV sono dovuti a cani da guardia addestrati). Il loro comportamento è opposto al cane da compagnia, il cui primo comandamento dovrebbe essere a mio avviso che qualsiasi persona è per lui intoccabile.La moda è un altro aspetto da valutare attentamente; molte volte mi è capitato di incontrare gente che aveva scelto una determinata razza perché gli piaceva esteticamente, senza tenere minimamente in conto a cosa andava incontro. Non voglio fare del “razzismo canino” e più avanti cercherò di dire la mia a riguardo, ma sappiate che scegliendo un pitbull o un lupo cecoslovacco, avrete molti ma molti più problemi nel gestirlo rispetto ad un jack Russell o un labrador, e non solo per una questione di taglia.


  • La taglia è un aspetto importante. Un cane grosso costa molto di più (mangia di più, dosaggi più alti di medicine ed antiparassitari, ecc.), è più difficile da gestire (chi può portarlo fuori?), occupa più spazio in casa, in macchina, è più lungo da pulire, sporca di più ed in genere necessità di maggiore spazio e tempo per muoversi liberamente. Inoltre molti non sanno che un cane di grossa taglia ha un’aspettativa di vita minore e va incontro a maggiori patologie dell’apparato motorio (artrite, artrosi, displasia, ecc.). Il mantenimento di un cane di grossa taglia (es. 40 kg) in salute può costare intorno ai 50 – 100 € al mese. Un cane grosso sarà inoltre potenzialmente più pericoloso di un cane piccolo, e comunque sarà avvertito come tale dalle altre persone (tenete in conto che alcuni vostri ospiti potrebbero averne paura).


  • Il sesso è un fattore importante da considerare nel comportamento dell’animale. I maschi dopo l’anno di vita e per tutta la loro gioventù (fino a 5-6 anni) tendono a sperimentare il loro grado sociale di dominanza con zuffe con altri maschi, in genere della loro stessa taglia. Ho conosciuto tante persone che dopo diversi incidenti hanno rinunciato a lasciare liberi i propri animali, anche negli spazi adatti, per paura che litigassero con altri maschi. Questo vale per tutte le razze. Maggiore è la taglia dell’animale, maggiore la sua possanza, maggiore saranno le sue aspettative di dominanza, maggiori saranno le zuffe (e le conseguenze delle stesse). Alcuni maschi sono particolarmente pacifici nei confronti degli altri maschi ed ostici alla litigata, ma sono casi rari. Anche le femmine in alcuni casi tendono ad essere dominanti, in genere con le altre femmine, ma sono casi meno frequenti ed in genere più gestibili. Per le femmine c’è invece il problema del mestruo (sporca un poco per casa) e dell’estro (calore), oltre al rischio di gravidanze indesiderate. Quando la femmina è in calore è assolutamente da evitare di portarla per parchi o per altre zone dove potrebbero esserci cani maschi (il maschio è in grado di avvertirne l’odore a centinaia di metri di distanza e sarà praticamente impossibile persuaderlo dal non montare la femmina o litigare con altri cani sopraggiunti). Fuori dal periodo del calore in generale le femmine saranno molto più gestibili. Sia per i maschi che per le femmine, a meno che non si abbiano progetti di riproduzione (da valutare molto attentamente per tutte le loro conseguenze), è da tenere in seria considerazione la sterilizzazione. La sterilizzazione è sicuramente una menomazione fisica, tuttavia soprattutto se applicata prima dell’anno, migliorerà la qualità di vita dell’animale oltre alla vostra. Un maschio intero (non sterilizzato) vivrà con profonda frustrazione ed aggressività il fatto di non potersi riprodurre, oltre ad andare incontro a maggiori problematiche di salute (ad esempio se ci sono femmine in calore nel quartiere, un maschio intero potrebbe non mangiare per diversi giorni e passare il tempo a gemere); da un punto di vista psicologico non avrà nessuna consapevolezza di essere sterilizzato, semplicemente avrà una produzione di testosterone più bassa, oltre a perdere interesse nella monta delle femmine; se sterilizzato prima dell’anno (confrontatevi con il veterinario sul momento migliore) probabilmente non svilupperà proprio determinati comportamenti di aggressività e confronto verso gli altri maschi e rimarrà giocoso più a lungo. Le femmine intere vivono ancora peggio il fatto di non potersi riprodurre e spesso vanno incontro a vere e proprie gravidanze isteriche, con molti risvolti negativi anche da un punto di vista della salute. So di casi di gravidanze isteriche anche in femmine sterilizzate, ma credo fossero tutte sterilizzate in tarda età. Su internet troverete molte informazioni riguardo la sterilizzazione, tenetene sicuramente in conto.


  • La razza. Molte credenze sulle razze sono luoghi comuni. I boxer sono buoni con i bambini, i labrador sono dei peluche, i pitbull degli assassini, ecc. Nella maggior parte dei casi i comportamenti dell’animale sono legati ad una cattiva educazione ed a un’errata gestione da parte dei proprietari (o da esperienze pregresse se presi da un canile) e non alla razza. D’altronde se il bullo del quartiere si prende un pitbull per incutere timore, è difficile che ne esca fuori un animale pacifico. Dire che una razza è più pericolosa di un’altra è come dire che un tipo di macchina è più pericoloso di un altro. Quello che è sicuramente vero è che determinate razze sono potenzialmente più pericolose di altre. Così come una piccola utilitaria difficilmente farà un incidente a 200 km/h, allo stesso modo un diciottenne esuberante con un’auto sportiva rappresenterà un potenziale pericolo. Su internet si trovano molti siti che riportano schede dettagliate sulle caratteristiche di una razza, che vanno prese sempre con le pinze soprattutto per quanto riguarda gli aspetti comportamentali. Un cane di grossa stazza, possanza, mascella corta (morso più forte), maschio è potenzialmente più pericoloso e più difficile da gestire di un cane con caratteristiche più miti e mi sento di sconsigliarlo a chiunque non voglia prendersi questo onere. Un chiwawa super aggressivo, mal educato, che attacca tutti quelli che gli passano davanti difficilmente finirà in prima pagina sui giornali.


  • L'indole e l'educazione. Ciascun cane è un individuo con un proprio carattere. Un esperto di cani sarà in grado sin da cucciolo di intuire l’indole che il cane avrà da adulto. Un cucciolo di indole dominante, aggressivo, territoriale, ecc. potrà comunque essere educato, ma sarà estremamente più complicato e difficile. Esistono anche dei test come il test di Campbell (cercatelo su Internet) che consentono di farsi un’idea del grado di dominanza nel cucciolo (e delle potenziali rogne che vi darà). In ogni caso il cane tenderà a comportarsi diversamente a seconda del contesto e della persona che avrà davanti (in famiglia, gli amici, gli estranei, gli altri cani). Un cane ben educato e ben introdotto in famiglia, indipendentemente da razza, indole, e taglia sarà a casa un compagno inseparabile di vita ed una gioia per tutti. Se sarà amato, curato e rispettato ricambierà la famiglia con affetto, protezione, allegria e tanta pazienza. Dovrà essere chiara la sua posizione sociale, ovvero il primo dopo tutti gli esseri umani (per ribadire questo esistono tante piccole ma necessarie accortezze come farlo mangiare dopo di noi, entrare in casa dopo di noi, non farci mordicchiare le mani o fargli fare il gesto di montarci la gamba o le scarpe, non farlo salire sui letti, stabilire delle regole chiare e semplici di convivenza da far rispettare senza deroghe, ecc.). Il cane è un animale sociale, vive in un branco in cui è chiara la sua posizione sociale e spesso ha aspettative di salita sociale (come tutti noi J); a casa vostra deve essere per lui chiaro che queste aspettative di salita sociale non esistono, sia che sia un rottweiler, sia che sia un barboncino! Per questo è importante che determinate regole di comportamento siano rispettate da tutti i membri della famiglia. Un cane che si sente dominante su uno qualsiasi dei membri della famiglia è comunque un pericolo (un cane grosso un grosso pericolo). Il cane dovrà essere sempre in fondo alla catena gerarchica del suo branco umano (cosa che non vuol dire maltrattarlo o non dargli affetto ed attenzioni); un cane dominante sulla famiglia o su parte dei membri della famiglia è un pericolo costante, sicuramente maggiore dell’avere un pitone in casa. Nel codice dei lupi il dominante mangia prima, ed un cane dominante ha tutti i diritti di dare un morso di avvertimento ad un bambino che mangia prima di lui (in questo caso il maleducato è il bambino che non ha rispettato la gerarchia e la colpa è dei proprietari che non hanno stabilito chiaramente la posizione sociale del cane in famiglia). I parenti e gli amici che frequentate spesso a casa verranno di norma inquadrati come membri di una famiglia allargata. Per gli altri frequentatori e gli estranei l’animale potrebbe manifestare comportamenti diversi a seconda dell’indole e darvi qualche rogna se l’animale è particolarmente territoriale (ricordo una casa di amici dove ho vissuto con un certo terrore il fatto che non dovevo varcare nessuna porta prima dei proprietari). Per il comportamento con gli altri cani, valgono le considerazioni già fatte, e sicuramente sarà più difficile reindirizzare determinati comportamenti di dominanza e territorialità.

  •  Quanto vive un cane? Vale la regola di massima che ogni anno di vita si moltiplica per sette, escluso il primo anno che si conta per uno. Quindi un cane di 13 anni avrà 12x7 + 1 = 85 anni. I cani piccoli vivono di più ed in genere più in salute, mentre i cani molto grandi tendono ad accentuare diverse problematiche. I cani meticci sono normalmente più robusti mentre determinate razze hanno spesso problematiche congenite (epatiti, displasia, ecc.), spesso anche legate all'accentuazione di particolari caratteristiche fisiche (naso molto corto, pelo corto, zampe corte, ecc.). Adottare un cucciolo è come crescere un bambino, però in alcuni casi prendere un cane adulto (ad esempio da un canile) può evitarci tante incognite consentendoci di capire il carattere definitivo dell’animale e magari se siamo un po’ avanti con gli anni, adeguare i suoi ritmi ai nostri.

  • Ultime considerazioni. Prima di adottare un cane, sappiate che va gestito tutti i giorni, sia quando piove, quando sta male lui o state male voi, quando andate in vacanza, ecc. per tutta la durata della sua vita (in quindici anni potreste cambiare casa, lavoro, paese, decidere di fare dei figli, ecc.). Nel momento che adottate un cane questo diventa a tutti gli effetti un membro della vostra famiglia ed abbandonarlo o portarlo in canile è un pensiero che se avete un minimo di umanità dovrebbe torcervi lo stomaco. Il cane ha bisogno di uscire almeno tre volte al giorno, sia per fare i bisogni che per socializzare con altri cani, oltre che con la sua famiglia; non è una pianta che si può lasciare in terrazzo od in giardino (certo un giardino può ridurre in parte le esigenze per i bisogni, ma tutto il resto rimane).

Come ultimo consiglio, per la provenienza suggerisco di adottare un meticcio in canile (ci troverete anche cani di razza), ma se decidete di acquistarlo fatelo da un buon allevamento. Un cane è come un figlio, vi costerà tanti sforzi e fatica ma se lo volete veramente non ve ne pentirete!

sabato 12 dicembre 2015

Come costruirsi da soli un modulo cucina per il terrazzo (Lavabo + Secchiaio, Lavatrice, Vano)

Sul post Come costruirsi da soli un mobile su misura senza attrezzi abbiamo visto alcuni degli strumenti che abbiamo per costruirci da soli un mobile senza bisogno di avere grossi attrezzi.
Adesso vedremo nel dettaglio un caso concreto di realizzazione di un mobile da esterno, stile mobile per cucina, per ospitare un lavabo, una lavatrice ed un vano per oggettistica varia. Il mobile è stato costruito partendo da pannelli grezzi di Multistrato Compensato Fenolico Marino Pino da 18mm acquistati e tagliati su misura su EBAY dall'ottimo venditore VELA. Il compensato in questione è abbastanza rustico all'aspetto, e potrebbe esserci bisogno di stuccarlo in alcuni punti. Se si vuole optare per materiale più nobile, suggerisco il Fenolico di Okume, che oltre ad essere più resistente è anche esteticamente più bello (ma purtroppo più costoso.. e più pesante). Il materiale è adatto per stare all'aperto ma non alle intemperie dirette (in questo caso è coperto da un balcone, il terrazzo è molto umido, quando diluvia si bagna in parte ma senza conseguenze).
Ci tengo a precisare che prima di iniziare con la progettazione, mi sono informato su possibili altre soluzioni:

  • acquistare dei moduli cucina già fatti (costosi e poco resistenti all'umidità)
  • realizzare una cucina in muratura (avrebbe creato dei problemi col condominio ed in caso di manutenzione della pavimentazione l'avrei dovuta smontare; inoltre aveva un costo elevato)

La progettazione è stata eseguita con power point: fatta una foto di dove volevo realizzare il mobile con power point ho disegnato sopra quello che volevo realizzare facendo varie prove di forma e colore. Una volta valutato quanto si vuole realizzare, sempre con power point, o a mano per chi ama il disegno libero, si progetta nel dettaglio come è fatto il mobile e qual'è il taglio dei pannelli che ci servono.

Lo spazio disponibile è di circa 200 cm, in questo spazio ho deciso di inserire tre moduli classici 60 x 95 (LxH), di cui partendo da sinistra, il primo è uno vano contenitore, il secondo è un vano vuoto dove inserire una lavatrice non da incasso (l'anta è montata direttamente sui moduli laterali), il terzo è un vano secchiaio (sottolavello) con ripiani per riporre detersivi, spugne, ecc. 
Di seguito lo schema diq uanto progettato e realizzato:

Ovviamente la progettazione va realizzata in base alle esigenze, quanto riportato è solo a titolo di esempio. Bisogna tenere in conto dello spessore dei pannelli nel dimensionamento dei ripiani (ad esempio, l'anta è larga 60 cm, ma il ripiano è di 56,4, poiché sono previsti i due laterali larghi 18 mm)
Per il vano lavatrice fate molta attenzione alla profondità perché i nuovi modelli di lavatrice sono molto profondi. Inoltre avevo lo scarico proprio dietro il vano lavatrice e ci è entrata pelo-pelo. Con il senno del poi avrei fatto i mobili profondi 5 cm in più per avere una maggiore scelta di modelli di lavatrice.

Questo è come si presenta il prodotto finito:



Per fissare le ante ho utilizzato delle cerniere a scatto, acquistabili per pochi euro da una ferramenta ben fornita. L'unica difficoltà di questo tipo di chiusure è che bisogna "scavare" nel legno dell'anta l'alloggio per inserire la cerniera. Per fare questo, dopo aver disegnato sull'interno dell'anta la parte da scavare, ho utilizzato il trapano con la punta apposita per scavare il legno (questa è stata l'unica parte faticosa della realizzazione). Per inserire il lavabo occorre, seguendo le istruzioni riportate sul modello acquistato, disegnare il buco da praticare nel piano di lavoro, praticare i quattro fori negli angoli del buco stesso e con seghetto alternato (o tanta buona volontà con quello manuale) praticare il foro rettangolare.
Le gambe, il coprizoccolo di plastica, il lavandino ed il rubinetto li ho acquistati presso IKEA.

Di seguito le distinte di taglio dei pannelli (il laterale corto è servito per far passare i tubi dello scarico, posizionati dietro la lavatrice):



In sequenza ho: 

  • assemblato i due moduli laterali semplicemente fissando i pezzi con squadrette e viti da legno, ed aggiunte le gambe comprate a parte;
  • fissato i due moduli laterali sul piano di lavoro calcolando bene la distanza;
  • fissato lateralmente ai due moduli, nello spazio dove inserire la lavatrice, due barre verticali per fissare l'anta centrale (una per la battuta ed una per fissare le cerniere);
  • eseguito l'incasso nelle tre ante come sopra descritto per fissare le cerniere;
  • montato tutte le ante (faccio presente che a meno di non allargare i moduli, i verticali vanno smontati e poi rimontati per togliere od inserire la lavatrice);
  • dato una stuccata ai macrodifetti, una grossolana scartavetrata, due mani di impregnante color ciliegio a poro aperto, un'ulteriore paio di mani di vernice impregnante trasparente a poro chiuso sul piano di lavoro;
  • fatto il buco per il lavandino e fissato lo stesso;
  • montato lo zoccoletto giro giro.


sabato 5 dicembre 2015

Piante Aliene: come popolare a zero euro un giardino!

Vediamo come possiamo abbellire il terrazzo senza spendere un soldo, prendendo in prestito qua e là qualche getto dai giardini dei vicini o dai balconi dei vostri amici. Infatti molte piante possono essere riprodotte per talea, ovvero prelevando un getto “verde” e semplicemente interrandolo, o lasciandolo preliminarmente a mollo per alcune settimane. Ho chiamato il post piante aliene, perché ci sono alcune piante che sono particolarmente predisposte a questa pratica, talmente predisposte che occorre prestare un po’ di attenzione a non venirne invasi soprattutto  se piantate in piena terra. Ovviamente, non vi stupite se dopo aver piantato tutte queste piante aliene, vi troverete degli strani ometti verdi nel terrazzo...

Le aloe sono una famiglia di piante grasse particolarmente resistenti, che è molto facile replicare in gran numero. Molte di esse hanno anche proprietà mediche ed usi pratici.
La più famosa è l’ Aloe Vera (Aloe barbadensis Miller).Non l’ho mai replicata per talea, ma la pianta ha la proprietà di clonarsi, ovvero intorno ad una pianta più grande spuntano tanti getti che sono geneticamente identici alla pianta madre (stoloni). Tra l’altro questi getti tendono spesso a rompere i vasi, quindi non farete un torto a nessuno se vi prenderete qualche getto. Una volta che avvierete la vostra coltivazione non saprete più dove metterli. L’aloe vera è una pianta eccezionale, è come avere un erboristeria nel balcone di casa. E’ sufficiente tagliare un pezzo di foglia, aprirla in due per lungo e strofinarsela direttamente per poter usufruire dei suoi poteri magici. Particolarmente adatta per le dermatiti, il piede d’atleta, afte, herpes, ecc. rende istantaneamente la pelle liscia. Inoltre lascia una pellicola invisibile e disinfettante che protegge le eventuali escoriazioni dall'essere infettate. La cosa impressionante è la velocità di assorbimento ed il fatto che lascia la superficie asciutta e profumata. Ne’ sconsiglio invece l’ingestione, in quanto la pianta contiene anche l’aloina, una tossina che può dare effetti collaterali anche gravi (suggerisco per l'uso di comprare dei bottiglioni di succo già preparato). E’ possibile pulire un quantitativo più grande di foglie, togliendo le costine spinose con un coltello, aprendo le foglie in due per lungo e separando con il coltello la polpa dalla buccia. A quel punto è sufficiente frullare col minipimer la polpa e qualche goccia di limone per poterla conservare in frigorifero per una settimana (sempre per uso cosmetico).



L’Aloe Arborescens Muller si riproduce  per clonazione  ma anche per talea. Quindi è sufficiente tagliarne alcuni pezzi, schiacciarne la base con un coltello per piatto, ed interrarli per una presa quasi sicura. Si dice che la pianta abbia proprietà curative molto superiori all’aloe vera, ma devo dire che l’aloe vera è molto più pratica e carnosa e sinceramente preferisco usare quest’ultima. Esiste anche una ricetta di Padre Zago facilmente reperibile in rete, ma personalmente suggerisco di evitare di ingerirla per gli stessi motivi sopra detti.



L’Aloe Saponaria si riproduce molto facilmente per clonazione ed ha una crescita molto rapida. Tende rapidamente ad occupare tutto il vaso, e a differenza delle altre aloe, anche a romperlo perché ha radici più massicce. Si trova spesso nelle siepi sotto i palazzi. Anche questa pianta ha proprietà mediche, ed in particolare può essere usata per lavarsi, contenendo saponina da cui deriva il nome. Proprio per la presenza di saponina, qualora si usasse per uso cosmetico (uso tra l’altro previsto), occorre comunque risciacquarsi.



Aloe Ciliaris somiglia molto all’aloe arborescens muller, ma non ha nessuna proprietà medica. Si distingue da quest’ultima perché le foglie sono molto più piccole, morbide e flessibili, e non hanno la vistosa seghettatura dell’arborescens ma piuttosto una specie di cigliatura che costeggia il bordo della foglia giro giro (da cui il nome). La pianta si riproduce molto facilmente per talea e cresce molto rapidamente.



Si trovano inoltre in giro molti altri tipi di aloe, spesso ibridate tra di loro e quindi difficilmente classificabili e dalle proprietà non note.



Tutte le aloe citate crescono benissimo in vaso o in terra piena e sono molto resistenti in clima moderato.  Come tutte le piante grasse vanno annaffiate con moderazione. Per freddi intensi e neve conviene invece posizionarle in zone riparate.

Per chi invece di avere il pollice verde, fa seccare le piante con il solo sguardo, suggerisco il Senecio Angulatus; non potete fallire! E’ una pianta rampicante dalle foglie carnose che negli ultimi anni si è molto diffusa in Italia. Ha un tasso di crescita impressionante, non so come resiste ai freddi estremi, ma per il resto è indistruttibile, se ne frega della siccità o dell’acqua in eccesso. Spero di non offendere nessun ambientalista, ma è una pianta da trattare male, altrimenti prenderà il sopravvento sul vostro giardino! Fa anche dei graziosi fiorellini gialli. E’ sufficiente strapparne alcuni getti e piantarli in vaso, per ritrovarsi un giardino sommerso di verde dopo pochi mesi. Ha la caratteristica di puzzare, ma solo quando provate ad estirparla. Tra tutti gli ospiti verdi del terrazzo, è l’unica per cui ho dovuto prevedere politiche di contenimento ed estirpazione; con i suoi getti rampicanti ed autoriproducenti aveva progressivamente colonizzato gli altri vasi.



L’Ortensia è un’altra pianta che si riproduce benissimo per talea. E’ sufficiente interrarne alcuni rami per avere dei vasi ricchi e fioriti. Occhio ai fiori che sembra abbiano proprietà allucinogene e che sono altamente tossici, ma solo se fumati J La pianta d’inverno perde tutte le foglie.



Il Chlorophytum ha la caratteristica di produrre dei cloni che proietta ad una trentina di centimetri con una specie di cordone ombelicale con cui continua ad alimentarli. Sono particolarmente indicati da mettere in alto perché creano un bellissimo effetto cascata. E’ sufficiente prelevare alcuni cloni e riporli in vaso per avviarne una ricca produzione. La pianta cresce abbastanza lentamente da non essere classificata come infestante e dopo un po’ produrrà a sua volta nuovi cloni. Se ne trovato di tipi con foglie verdi piene o rigate chiare e scure.



La Canna di Bambu’ è difficile da “prelevare” in quanto occorre riuscire a staccarne alcuni getti con radice scavando con un coltello per terra. Tuttavia una volta piantata, se il getto sopravvive si riprodurrà rapidamente occupando tutto il vaso. Va evitato di piantarla in terra viva perché difficilmente sradicabile.



Il Rosmarino ed il Geraneo sono altre piante che si riproduce molto facilmente per talea e che sono facilmente reperibili. Staccatene alcuni getti, grattate la base o schiacciatela, e mettetele in terreno umido non al sole diretto. Vedrete che presto attecchiranno.



L’Agave è una pianta che si riproduce anche (troppo) per clonazione. E’ molto bella e raggiunge dimensioni notevoli. Tende a spaccare i vasi. E’ un’ottima pianta da guardia perché munita di poderose spine sulla punta e su tutto il bordo. Piazzatene un vaso pesante sui punti di confine per garantirvi che nessuno riesca a passare. In sudamerica ci ricavano la tequila!



La Yucca è una pianta molto bella e grande che è diventata infestante in molte parti di Italia soprattutto nella costa. Fa dei bei fiori bianchi a cascata. E’ sufficiente piantarne un getto per avere la quasi certezza che prenda. Non è velocissima nella crescita ma state sicuri che tra vent’anni vi preoccuperete di come disfarvene, soprattutto se avete preso una yucca gigantea. Tende a rompere i vasi.




Di seguito altri esempi di piante prelevate dai vicini e riprodotte per talea.







Consigli per sopravvivere al lieto evento del nuovo arrivato

Vorrei condividere con voi alcuni aspetti pratici e pragmatici di quella che è una delle più belle esperienze che si possano fare nel corso della propria vita: diventare genitori.
Se siete in procinto di diventare genitori sappiate intanto che verrete bombardati da miliardi di consigli, spesso in contraddizione, quindi la prima regola è fidatevi di voi stessi e del vostro partner.  Inoltre non esiste un bambino uguale all’altro ed in generale sono molto più adattabili e resistenti di quello che sembrano o che vi vogliono far credere. Quindi non vi fate trascinare nel panico di fare e comprare tutto quello che vi viene suggerito. Proverò a fare una sintesi dei principali argomenti per condividere la nostra esperienza.

PRIMA DELLA NASCITA
Vestiti: a meno che non viviate in un angolo sperduto di una montagna, ricordatevi che ci sono tantissimi negozi per bambini e non solo delle catene specializzate più famose; molti supermercati e centri commerciali hanno linee in genere più economiche specifiche per neonati e bebè.
E’ molto difficile prevedere la taglia ed oltre tutto c’è l’incognita di quando esattamente nascerà il bebè; i bambini nei primi mesi crescono ad un tasso vertiginoso ed i vestitini vengono usati per pochissime volte e per una buona percentuale non vengono utilizzati affatto. Quindi il primo suggerimento è comprate il minimo indispensabile e solo quando avrete constatato che vi serve.
Ad esempio tutto quello che abbiamo comprato noi prima della nascita di taglia 0 non l’abbiamo mai usato, semplicemente perché non entrava (e non stiamo parlando di un bebè enorme). Probabilmente le case produttrici ci marciano indicando taglie più piccole del necessario per ridurne al minimo l’utilizzabilità. Quindi puntate a taglie più grandi, anche perché sono molto più facili da mettere.
Le scarpe per neonati sono una bufala, prima dei 5-6 mesi non vi serviranno a nulla, se non ad infastidire il bebè stesso. Evitate di comprarle o farvele regalare, bastano i calzini.
Stessa cosa vale per le camiciole della fortuna che molti ospedali continuano a mettere nella lista di nascita. Mai usate neanche dal personale dell’ospedale, sono un retaggio antico di quando i vestiti in cotone e lana erano ruvidi.
Quindi non vi fate prendere dal panico nel comprare tutto quello che vi viene in mente o pensate vi potrà servire. Prendete prima solo 5-6 body in cotone adatti alla stagione ed un paio di tutine.
Suggeritissimo è l’acquisto di una lava-asciuga che vi servirà tantissimo onde evitare di dover acquistare decine e decine di cambi.

Passeggini &CO: qui ovviamente ognuno ha esigenze diverse e gusti diversi. Tuttavia tenendo in conto che è una scelta un minimo complicata, che il modello che vi interessa potrebbe non essere subito disponibile, conviene almeno decidere il prodotto prima della nascita e come ottenerlo.
Le case produttrici tendono a vendervi i famosi trio ed ostacolarvi nell’acquisto singolo:
  • navicella
  • ovetto
  • passeggino

Come prima cosa verificate che quanto state acquistando entri nell’ascensore e nel bagagliaio della vostra macchina, altrimenti vi troverete un oggetto inutile.
Forse il trio più compatto che potete trovare sul mercato è l’inglesina AVIO. Ovviamente tanto più acquisterete oggetti compatti, tanto meno tempo potrete usarli. Non vi fate trascinare da moda, design, ed ultimo modello, non ci dovete correre su pista e li userete comunque per poco tempo: assicuratevi solo di essere in grado di aprire e chiudere il telaio senza rimetterci un dito. Non vergognatevi inoltre di chiedere il tutto in prestito ad amici e parenti (ne troverete molti che saranno ben disposti a regalarvi di tutto pur di liberare spazio in casa) o comprarne una usata (la maggior parte dei prodotti sono sfoderabili e lavabili in lavatrice).
La navicella viene usata pochissimo e per pochissimo tempo e per il trasporto in macchina in genere occorre acquistare degli accessori aggiuntivi ed  è decisamente più sicuro l’ovetto, da montare obbligatoriamente in senso contrario di marcia.
L’ovetto serve appunto per il trasporto in macchina del primo anno e come passeggino per i primi mesi di vita. Il passeggino lo userete solo quando il bebè sarà più grande e sarà in grado di sostenersi seduto da solo.

Per la nanna: per dormire potete decidere di usare la navicella come culla (in questo caso non è proprio il massimo portarla per strada per motivi igienici e d’estate può essere molto calda), comprare il classico lettino con sbarre a cui montare una riduzione, o una culletta/lettino che userete nel primo anno di vita e che verosimilmente almeno nei primi mesi occuperà la vostra stanza da letto (da traslocare il prima possibile in un’altra cameretta!). Esistono anche dei lettini a spondina da agganciare al vostro letto, temo però che rendano molto più difficile lo spostamento del bambino nella sua cameretta. Ovviamente dovrete comprare o rimediare un minimo di corredo lenzuola/coperta adatto alla soluzione scelta.

Altre cose necessarie: Prevedete inoltre un paio di biberon 0 (che vi auguro di non usare nei primi mesi), un paio di ciuccietti ed un pacco di pannolini. Comprate inoltre subito le forbicine per unghie da bebè (dovrete aspettare qualche giorno per tagliargliele ma le unghiette nei primi mesi sono dei formidabili strumenti di autolesionismo da tenere sotto stretto controllo, anche utilizzando dei guantini protettivi per la notte).
Troverete sempre una miriade di parenti disposti a fare un salto per voi a comprare qualcosa.

Non comprate nient’altro prima della nascita. Aspettate di capire cosa vi serve quando vi serve. Se riuscite evitate le liste di nascita, chi ve le propone tende a farvi inserire di tutto e rischiate di ritrovarvi a casa una miriade di oggetti inutili o che userete forse a distanza di anni. Piuttosto indirizzate i parenti verso le tipologie di prodotti che sicuramente vi serviranno nel breve.


IL LIETO EVENTO
Dopo la nascita in ospedale seguite ovviamente i consigli del personale. Sappiate comunque che anche loro come tutti i lavoratori, alcune cose le fanno per loro praticità e non perché sia la soluzione migliore. Una per tutte rifilano con disinvoltura al nuovo nato soluzioni di acqua e zucchero o latte artificiale per farli dormire tranquilli. In condizioni normale e nel limite di quanto indicato dal personale sanitario vi suggerisco di dare precise istruzioni di non dare nulla al bebè e di  far chiamare la mamma anche di notte per potere allattare naturalmente. Infatti il latte naturale viene prodotto solo su insistente suzione del bebè ed i primi giorni è normale che esca poco o nulla se non con grande fatica (la natura ha già previsto questo digiuno forzato noto  come calo fisiologico del neonato nei primi giorni di vita). Tuttavia se in questi primi giorni vengono fornite al bebè soluzioni più comode di alimentazione ed idratazione questo tenderà a succhiare di meno dalla mamma, che di conseguenza produrrà meno latte, con conseguente rifiuto progressivo da parte del bebè in favore del biberon. In ogni caso, qualsiasi sia la scelta che adotterete tra latte naturale, latte artificiale o allattamento misto, sappiate che il bebè crescerà benissimo.
Potrà suonare strano, ma cercate di invitare tutti gli amici e parenti a vedere il bebè quando siete ancora in ospedale:
·         il bebè starà verosimilmente dietro il vetro della nursery e sarà meno contagiabile;
·         non dovrete preoccuparvi di sistemare casa;
·         nessuno si aspetterà di trovare le mamme con la piega impeccabile;
·         sarete per assurdo meno stanchi dei primi giorni a casa.


FINALMENTE A CASA
Nel beneaugurato caso di un parto normale e tranquillo dopo 2 o 3 giorni vi ritroverete a casa con questo fantastico sconosciuto in grado di emettere degli urli pazzeschi a tutte le ore (non vi fate ingannare dalla mitezza dei primi giorni post parto). Alcuni comuni forniscono un servizio gratuito di assistenza a casa post parto. In ogni caso non è una cattiva idea contattare una puericultrice privata (potete informarvi nell’ospedale stesso) per avere un minimo di training a casa per i primi giorni e che potrà spiegarvi praticamente come fare per:
  • allattare correttamente
  • maneggiare il bebè
  • cambiare un pannolino
  • lavare il bebè
  • disinfettare il cordone
  • praticare massaggi rilassanti e anti-coliche
  • metterlo a dormire e tanti altri consigli utili che letti sui libri non sono la stessa cosa che recepiti dal vivo.

Se avete optato per l’allattamento naturale, non vi servirà molta altra attrezzatura a meno che non abbiate esigenza di utilizzare un tiralatte e congelare il tutto.
Se già non l’avete fatto perdete qualche minuto per informarvi sulle tecniche antisoffocamento o disostruzione respiratoria nei bebè, e verificate che si siano informati anche i nonni o chiunque anche temporaneamente si occupi del bebè. Ci sono diverse informazioni e video pratici su youtube.
Nel caso di allattamento artificiale o di tiralatte, dovrete dotarvi di un buon numero di biberon e dovrete anche acquistare uno sterilizzatore (i primi giorni è tranquillamente sostituibile con un bel pentolone di acqua bollente).

Gli sterilizzatori in mercato sono principalmente di tre tipi:
  • Elettrici (sono dei veri e propri elettrodomestici da dover gestire come spazio in cucina)
  • Chimici (sono dei contenitori dove versare dei prodotti chimici ad hoc per la sterilizzazione)
  • A microonde (sono dei contenitori che si riempiono parzialmente d’acqua e si inseriscono nel microonde per alcuni minuti, sterilizzando a vapore)

Se avete un microonde a casa suggerisco lo sterilizzatore al microonde in quanto estremamente più pratico ed economico. Quello chimico vedete voi, personalmente abbiamo preferito evitarlo per vari motivi.
Sappiate che la sterilizzazione in senso stretto è una bufala! In natura esistono ovunque miliardi di batteri, virus e patogeni vari, e la sterilizzazione è un processo industriale difficilmente realizzabile. Miliardi di bambini nel mondo sopravvivono senza aver mai avuto a che fare con uno sterilizzatore. Il vostro bebè in ogni istante viene a contatto con questi patogeni, ne è coperto e sommerso. Quindi non state sterilizzando ed il vostro obbiettivo non è isolarlo dai possibili batteri.
Il vero problema sono le tettarelle in silicone, caucciu od altri materiali gommosi che microscopicamente sono porosi e quindi possono trattenere piccole porzioni di latte, anche se lavati con attenzione. Questi avanzi di latte producono dei batteri che soprattutto nei primi mesi di vita possono dare fastidiosi disturbi intestinali. Tutto il resto che è in vetro o plastiche alimentari dure di norma non necessità di sterilizzazione e può essere lavato normalmente; potete ovviamente ricorrere allo sterilizzatore per maggiore scrupolo (soprattutto in caso di oggetti difficili da lavare come i pezzi del tiralatte). L’acqua del rubinetto se potabile va benissimo per sterilizzare al microonde, e se lascia un po’ di patina sugli oggetti, stiamo parlando di sali di calcio del tutto innocui. La sterilizzazione andrebbe effettuata poco prima dell’utilizzo, anche perché se ci sono avanzi di latte mal lavati i batteri tendono a riformarsi. In ogni caso alla lunga il vostro bebè diverrà resistente anche a questi batteri.
Per il resto la sterilizzazione è un’illusione e potete evitare di sterilizzare giochi ed oggetti vari con cui entra in contatto poiché non serve a nulla, mettervi guanti od usare pinzette per maneggiare le cose. Piuttosto cercate nei primi tempi di evitargli se possibile (sappiate che non è possibile, al limite contenibile!) un contatto massivo e ravvicinato con parenti ed amici ed il relativo sbaciucchiamento, abbracciamento ecc., che sono la prima fonte di contagio, soprattutto nei mesi freddi.

I pannolini
Il primo consiglio che vi posso dare è provarne diversi. Ognuno ha esigenze diverse ed è giusto che trovi la sua soluzione migliore. Purtroppo più costano e meglio sono, ovvero più confortevoli, trattengono meglio pipì e pupù ed irritano di meno la pelle. Noi abbiamo provato quasi tutte le marche, in offerta o meno ed anche prdotti online non sul mercato. Mi sento di dire con certezza che i Pampers Progressi sono qualitativamente nettamente superiori agli altri su tutti i parametri. Non sono male neanche i pannolini di fascia alta prodotti dai supermercati Simply, se non sbaglio Bimbobel, che comunque non sono economici. I Pampers Progressi, come molte altre marche, periodicamente sono in offerta e scendono da un prezzo di 10€ o più al pacco fino a 7 – 8 euro. Nel valutare il prezzo tenete in conto che più trattengono la pipì senza creare problemi, e meno ne dovrete cambiare. Quindi, la soluzione che abbiamo adottato è quella di utilizzare i Progressi per la notte e le altre tappe notoriamente lunghe, ed utilizzare altri pannolini di fascia più bassa e comprati in offerta per tutti quei cambi che già si sa dureranno pochisimmo. Inoltre è fondamentale farsi una buona scorta di pannolini quando ci sono le offerte.

Pappe e contenitori
Verso i 5-6 mesi dovreste iniziare lo svezzamento del bebè, e se prima avete scherzato adesso non si ride più J Adesso l l’impegno di tempo e denaro profuso nella preparazione di pappe e pappine diventa significativo.
Probabilmente acquisterete un omogenizzatore o oggetto più complesso multifunzione. I parenti ci hanno passato il loro omogenizzatore,  datato di qualche generazione, che fa egregiamente il suo lavoro senza tante tecnologie. Ritengo sia comunque utilizzabile un qualsiasi frullatore o minipimer, purchè non inglobi troppa aria alla pappa.
Seguendo i consigli del pediatra vi spiegherà come preparare pappe e brodi. In particolare il brodo è abbastanza lungo ed impegnativo da preparare e quindi verosimilmente opterete per conservarlo per più giorni. Ne seguirà quindi una caccia al contenitore. Anticipiamo subito che ci sono soluzioni a costo zero, come riusare i vasetti delle conserve in vetro, o meglio di tutte le altre soluzioni utilizzare gli stessi vasetti in vetro degli omogenizzati acquistati al supermercato; soprattutto quando è più grande ed aggiungerete la pastina con conseguente riduzione del brodo, questi ultimi contenitori saranno eccezionali per conservare brodo e preparati di carne o legumi in mono porzioni da congelare.
Di tutti gli altri contenitori provati ed acquistati da varie fonti, i migliori si sono dimostrati i contenitori riutilizzabili dell’Avent, che a distanza di parecchi mesi di utilizzo intensivo congelatore – microonde - lavastoviglie, continuano a funzionare egregiamente. Questi contenitori possono essere impilati quando vuoti, gestendo a parte i coperchi, e possono essere impilati quando pieni all’interno del frigo e frizer. Se acquistati in stock hanno un prezzo vantaggioso rispetto ad altre soluzioni.


Un altro oggetto di cui non potrete più fare a meno è il seggiolone. Di questi ce ne sono di tanti tipi e di  tanti materiali e per tutte le tasche. In genere sono molto ingombranti ed è importante che abbiano le rotelle per poterli facilmente spostare. Esistono anche dei seggiolini che si agganciano al tavolo ed hanno un loro perché in termini di ingombro. Di contro sono più scomodi perché non vi trovate il bebè frontale, e sono più complicati da smontare e lavare perché fatti di stoffa.